Le città sono sistemi viventi, creati, trasformati e vissuti dalle persone. Le forme e le funzioni urbane sono prodotte e gestite dall'interazione tra spazio e società, cioè dalla relazione storica tra coscienza umana, materia, energia e informazione.
Manuel Castells, "The City and the Grassroots" (1983)
Cosa avviene in un quartiere quando la gentrificazione entra in crisi e si arresta?
Dopo la gentrificazione raccoglie quattro saggi di Alessandro Barile, Barbara Brollo, Sarah Gainsforth e Rossella Marchini (Derive e Approdi) per fissare lo sguardo sul quartiere romano di San Lorenzo, e capire perchè qui il tentativo di gentrificazione si sia bloccato.
Una ricerca ampia e documentata che ripercorre la storia del quartiere sin dalle sue origini industriali e operaie, e che ricostruisce “la nascita del quartiere sotto la spinta di popolazioni immigrate, attratte dai lavori di edilizia e in seguito dalle fabbriche che aprivano in quel territorio. Un territorio cresciuto al di fuori di qualsiasi pianificazione.”
Qui il processo di gentrificazione si è fermato a causa della crisi del 2008-2009, e il quartiere ne è uscito impoverito. Gli spazi vuoti (sia architettonici che normativi) vengono riempiti da un’offerta immobiliare che non è più rivolta agli studenti, tradizionale riferimento del territorio, ma a “residenti temporanei per periodi brevi o medio lunghi e vengono gestiti da piattaforme digitali”.
Alcune delle trasformazioni più profonde di questo “quartiere-laboratorio” della post-gentrificazione sono andate di pari passo con una drastica diminuzione demografica: gli abitanti del quartiere sono passati dai 14.746 del 1981 agli 8.196 del 2011. Per approfondire queste trasformazioni e le dinamiche dell’abitare temporaneo abbiamo intervistato la giornalista e scrittrice Sarah Gainsforth, autrice del saggio Le case di San Lorenzo.
San Lorenzo: le due "città" e l'abitare temporaneo
San Lorenzo è l’intersezione di due popolazioni distinte: quelle di un centro turistico vuoto e quella di una periferia densamente popolata.
Scrive Gainsforth: “L’esodo di residenti dal centro di Roma, durato quattro decenni, non è stato il risultato di un sentimento anti-urbano delle classi medie desiderose di aria, di verde e luce (come nel caso del white-flight dei residenti delle città nordamericane), ma è stato imposto dal mercato immobiliare.”
Una raffinata narrazione “valorizza” il quartiere dopo un periodo di degrado e abbandono, accompagnando la realizzazione di opere urbanistiche che generano consistenti aumenti dei valori immobiliari e una conseguente esclusione dei meno abbienti.
Senza una pianificazione pubblica (e senza dati certi a sorreggerla), il mercato orienta l’abitare verso forme sempre più temporanee.
Con una ricerca sul campo, supportata da un ampio corredo di dati sul complesso mercato immobiliare di San Lorenzo, Gainsforth mette a fuoco i principali indicatori della post-gentrificazione, soprattutto quelli economici: “A San Lorenzo si riflette la polarizzazione della nuova struttura sociale e occupazionale emersa dalla ristrutturazione dell’economia urbana iniziata negli anni Settanta: gli impieghi a più alta specializzazione non riescono ad assorbire tutti i lavoratori del settore industriale, delocalizzato in aree dove il costo della manodopera è minore, e aumenta la disoccupazione.”
Gentrification: breve storia di una parola controversa
Siamo abituati a legare la parola gentrification al presente e alla sociologia urbana contemporanea, come a un prodotto dei nostri tempi. In realtà il termine nasce negli anni Sessanta nel gergo delle scienze sociali, coniato dalla sociologa britannica Ruth Glass per identificare un processo in atto in alcune zone di Londra.
Interi quartieri della classe operaia si stavano trasformando in zone eleganti e alla moda. Una volta iniziato il processo, scriveva Glass, “tutti o la maggior parte degli occupanti originari della classe operaia venivano spostati, e l’intero carattere sociale del quartiere veniva cambiato”.
Come spiega Giovanni Semi nel suo libro Gentrification, “Mutamenti nella struttura occupazionale, figli a loro volta di più ampie trasformazioni del capitalismo urbano londinese, hanno dunque portato a una pressione nuova verso il centro. Una pressione che, in assenza di politiche di controllo e calmieramento, ha spinto in alto i prezzi e mutato le composizioni di classe degli abitanti del nord e del sud di Londra, Islington, Paddington, North Kensington, Notting Hill, Battersea. In una parola: gentrification.”
In copertina: “San Lorenzo, Roma” by Bagolina is licensed under CC BY 2.0.
Sarah Gainsforth
Ricercatrice indipendente e scrittrice freelance. Scrive di trasformazioni urbane, abitare, gentrificazione e turismo. Collabora con L’Essenziale/Internazionale, Il Manifesto, Jacobin Italia. È autrice di Airbnb città merce, Storie di resistenza alla gentrificazione digitale (Derive Approdi, 2019), finalista Premio Napoli 2020; Oltre il turismo, Esiste un turismo sostenibile? (Eris Edizioni, 2020); Abitare Stanca. La casa: una storia politica (Effequ 2022); Cameriera (I Quanti, Einaudi, 2022).