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L’Italia è un desiderio

Com’è cambiata la rappresentazione del paesaggio nell’immaginario nazionale? O meglio, com’è cambiato il nostro sguardo nei confronti di un elemento così caratterizzante della nostra identità culturale? È una domanda che viene spontanea camminando nelle grandi sale delle Scuderie del Quirinale mentre si visita la mostra L’Italia è un desiderio, uno straordinario viaggio nel tempo attraverso il ricco patrimonio della Collezione Alinari e del Museo di Fotografia Contemporanea.
Per saperne di più abbiamo intervistato Matteo Balduzzi, curatore della mostra e collaboratore del Mufoco, il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo.

Nel titolo della mostra viene evocata un’immagine poetica. Un verso di Mario Luzi che pone l’accento su un concetto che opera in più direzioni: una tensione conoscitiva, di invenzione e cambiamento, che parte da una matrice comune per riguardarci sia come singoli che come collettività.

Tra i meriti dell’esposizione, quello di rifiutare sin dall’inizio la tentazione di esaurire la storia della fotografia italiana o del paesaggio italiano e delle sue trasformazioni. L’Italia è un desiderio alimenta una continua tensione fra un passato straordinario, che ha visto nel paesaggio italiano un’eccezionale coincidenza tra natura e cultura ed una storia più recente, segnata da strappi, accelerazioni selvagge ed interventi aggressivi: una fase dettata da un rapido sviluppo economico che rende complesso il paesaggio e ridefinisce l’identità culturale italiana.

La mostra offre una selezione di oltre 600 opere fra dagherrotipi, primordiali negativi su carta e su vetro, diapositive, lastre, autocromie, stampe vintage e stampe fine art da negativo originale, fino alle stampe a colori in grande formato e alle modalità più contemporanee di presentazione delle immagini. Una straordinaria varietà di materiali e tecniche che consente al pubblico un excursus dell’evoluzione delle modalità di rappresentazione del Bel Paese, apprezzandone una bellezza che lo ha proposto a lungo come modello per l’Occidente ma anche misurandosi con le sue contraddizioni.

Il paesaggio italiano entra in scena con il Grand Tour settecentesco, e l’introduzione del mezzo fotografico, convenzionalmente fissato nel 1839, rafforza un mito già affermato. Il percorso espositivo si apre con le fotografie degli Archivi Alinari e le grandi stampe realizzate dai fotografi dell’Ottocento e della prima metà del Novecento. Una selezione significativa fra cui spiccano le grandi panoramiche di Roma e Firenze di Michele Petagna e di Leopoldo Alinari.

Uno scorcio dell'allestimento della mostra alle Scuderie del Quirinale

Il racconto visivo procede con la narrazione del mito del viaggio in Italia con autori come Girault de Prangey, Calvert Richard Jones, Frédéric Flachéron, Giacomo Caneva. Con l’evoluzione delle modalità tecniche di rappresentazione delle mete italiane più desiderate, si forma l’immaginario fotografico del Bel Paese. Un approfondimento sulla ricerca e sulla continua sperimentazione della fotografia tra Ottocento e Novecento è presentato nella sezione dedicata ai negativi e ai primi tentativi di restituire l’Italia a colori, con autori come lo scienziato Giorgio Roster e con pezzi rari come le autocromie.

Il secondo piano delle Scuderie ospita una ricca selezione dei principali autori della fotografia italiana e internazionale dal dopoguerra ad oggi grazie alle opere delle collezioni del Museo di Fotografia Contemporanea in cui il paesaggio, e le declinazioni che esso assume, rivestono un ruolo fondamentale.
Si parte dal paesaggio come scenario della narrazione sociale e politica che caratterizza la stagione del reportage (Letizia Battaglia, Carla Cerati, Uliano Lucas, Federico Patellani) e si arriva, attraverso le sperimentazioni concettuali degli anni settanta (Mario Cresci, Franco Fontana, Mario Giacomelli), a uno dei punti nodali di questa sezione, l’esperienza di Viaggio in Italia, in cui Luigi Ghirri raccoglie una serie di ricerche che rivolgono lo sguardo verso luoghi spesso marginali, quotidiani e anti-spettacolari e che diventano il manifesto di una nuova fotografia italiana (Gabriele Basilico, Giovanni Chiaramonte, Guido Guidi).

La fotografia approda al nuovo millennio conservando la tensione tra racconto dei luoghi ed esperienza estetica, con stampe spettacolari di grandi dimensioni e nuovi linguaggi. Interpreti di questo nuovo corso sono tra gli altri Paola De Pietri, Fischli and Weiss, Francesco Jodice, Massimo Vitali e Thomas Struth. Si espande l’idea stessa di documentazione e, nelle ricerche degli autori più giovani, ci si apre a oggetti, pratiche e tecnologie proprie dell’universo visuale e artistico contemporaneo. La fotografia diventa installativa, performativa, incorpora nuove tecnologie, senza rinunciare a indagare e documentare il mondo che ci circonda, continuando a ricoprire il ruolo civile e sociale che le è proprio.

Luigi Ghirri “Capri” 1982 © Eredi Luigi Ghirri - Museo di Fotografia Contemporanea, Milano-Cinisello Balsamo

Infine, una caratteristica che attraversa l’intero percorso espositivo: le scintille. Momenti di dialogo diretto (quanto inaspettato) che creano una sorta di corto-circuito tra l’antico e il moderno, e che suggeriscono, nello spazio fisico della mostra, alcune delle questioni più attuali nel dibattito contemporaneo sul funzionamento, la fruizione, la produzione della fotografia e più in generale dell’immagine.

Parallelamente alla mostra, La Direzione Generale Creatività Contemporanea (DGCC) del Ministero della Cultura (MiC) e il Museo di Fotografia Contemporanea (Mufoco), con la collaborazione istituzionale di Scuderie del Quirinale e Fondazione Alinari, promuovono una Open Call per la selezione di dieci progetti realizzati da fotografi e artisti visivi under 40 sul tema del paesaggio italiano contemporaneo.

Per ognuno dei dieci progetti selezionati è prevista una cessione di opere, che entreranno a far parte della collezione del Museo di Fotografia Contemporanea. Il bando per la presentazione delle opere scade il prossimo 15 settembre.

Matteo Balduzzi

Architetto di formazione, opera nel campo dell’arte pubblica e della fotografia, intesa principalmente come mezzo di relazione tra le persone, l’ambiente, la memoria individuale e collettiva.
È il curatore del Museo di Fotografia Contemporanea di Milano-Cinisello Balsamo, con cui collabora dal 2004. Per l’istituzione ha realizzato numerosi progetti caratterizzati da un intenso dialogo con il territorio e dal lavoro con gli autori delle più giovani generazioni. Dal 2016, coordinando la programmazione del Museo, ha ideato e curato committenze, mostre, call per giovani artisti, progetti partecipati, acquisizioni, mostre presso la sede storica di Villa Ghirlanda e presso altre sedi, tra cui Triennale Milano, Palazzo Reale Milano, Scuderie del Quirinale, Roma. Tra i progetti più recenti Tra cielo e terra, con Claudio Beorchia (2019); Immagini e testi, Notazioni visive, con Armin Linke (2019); West, con Francesco Jodice (2022) e le collettive L’Italia è un desiderio (2023), Chi non salta (2020), Abitanti (2019), REFOCUS (2020), 10 Viaggi nell’architettura italiana (2020), Paesaggio dopo paesaggio (2022).
Ha parallelamente collaborato a progetti artistici in diversi territori italiani, sperimentando con l’immagine fotografica – d’autore, familiari, vernacolari – in una forte dialettica tra pubblico e privato, tra artista e cittadini.
Docente presso il Master in Photography e Visual Design di NABA a Milano e presso lo IED a Torino, ha pubblicato testi e curato volumi per Electa, Quodlibet, Piccola Biblioteca Einaudi, Viandustriae, Witty Books, A+M Bookstore, Silvana Editoriale.
È socio di Careof, centro no-profit per l’arte contemporanea, attivo da 35 anni a Milano.

L’Italia è un desiderio.
Fotografie, paesaggi e visioni
1842 – 2022 Le collezioni Alinari e Mufoco

Scuderie del Quirinale
Via XXIV Maggio 16 – 00187 ROMA

01 giugno > 3 settembre 2023

Tutti i giorni dalle ore 10 alle ore 20
(ultimo ingresso ore 19)

Biglietti
Intero € 12,00
Ridotto 
€ 10,00

www.scuderiequirinale.it

In copertina: Francesco Jodice “Capri, The Diefenbach Chronicles, #003” 2013 © Francesco Jodice – Museo di Fotografia Contemporanea, Milano-Cinisello Balsamo