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L’Italia vuota

Percorrendo da oltre un decennio l’Italia vuota, ho imparato che non c’è nessun tesoro nelle nostre aree interne che aspetta di essere scoperto. È tutto lì, ben visibile, splendori e brutture di un Paese che fa dei suoi contrasti estremi una delle sue caratteristiche più originali.

Filippo Tantillo, "L'Italia vuota", 2023

Nel 2013 ha inizio ufficialmente l’attività della Strategia Nazionale delle Aree Interne, un progetto promosso dall’Agenzia per la coesione territoriale e dall’allora ministro per la coesione territoriale, Fabrizio Barca e pensato come un “dispositivo” in grado di favorire la collaborazione tra cittadini e amministrazioni.
Un’iniziativa per “territori fragili, distanti dai centri principali di offerta dei servizi essenziali e troppo spesso abbandonati a loro stessi, che però coprono complessivamente il 60% dell’intera superficie del territorio nazionale, il 52% dei Comuni ed il 22% della popolazione. L’Italia più “vera” ed anche più autentica, la cui esigenza primaria è quella di potervi ancora risiedere, oppure tornare.”
Le aree selezionate dalla SNAI sono settantadue; ne fanno parte complessivamente 1077 comuni per circa 2.072.718 abitanti.

Spazi del possibile

Dall’esperienza della Strategia Nazionale per le Aree Interne parte il libro di Filippo Tantillo, L’Italia vuota (Laterza), un viaggio per raccontare sette “spazi del possibile”: le valli Occitane, il fiume Simeto, l’Appennino centrale, la costa ionica della Calabria, le Dolomiti orientali, il Molise e la Sardegna centrale
Come è nata l’idea del libro? Racconta Tantillo nell’intervista: “L’articolo 3 della Costituzione ci dice che la Repubblica si impegna a rimuovere gli ostacoli all’uguaglianza tra cittadini, ma di fatto questa cosa è del tutto disattesa. Il libro nasce da questa motivazione politica e da un po’ di indignazione, che nasce dalla mia esperienza di campo. Dopo essere andato a vedere e aver capito quali dinamiche attraversano questi territori, ho rilevato un tratto comune: la mancanza di conoscenza di questi posti e di riconoscimento del lavoro che fanno.
Si tratta di rendere consapevoli i cittadini tutti dell’importanza di queste aree. È un progetto di Paese, non riguarda solo le aree interne.
Per dare forza in qualche maniera, in chiave un po’ militante, a chi vive in queste aree, per fare in modo che non si sentano soli e non subiscano una subalternità culturale rispetto a questi ambiti.”

Governare il conflitto

Dalla prima pagina del libro si indaga il nostro rapporto con la polis. Un rapporto fragile, spesso incrinato da amministratori poco lungimiranti o da logiche puramente estrattive.
Scrive l’autore nell’introduzione del libro: “È stato un lavoro oltre che di ricerca, anche politico, nel quale ho cercato di vedere il grande nel piccolo e il piccolo nel grande, nella convinzione che il ruolo alto della politica sia quello di governare il conflitto, non quello di negarlo, sedarlo o reprimerlo, ed essere capace di fare sintesi”.

La dialettica tra città e aree interne

La divisione classica tra città e aree interne? “Una divisione artificiale”, ci spiega Tantillo, “perchè tra città e aree interne c’è tutta un’altra Italia. Grande, estesa, fatta di sprawl urbano (la città diffusa a bassa densità abitativa), di città senza città, di campagna senza campagna, di coste ipertrofiche, sia a nord che a sud, con la differenza che al sud sono più accentuate, ma con gli stessi problemi.
Indubbiamente oggi c’è un tratto determinante, e che il Covid ha fatto emergere: da una parte il lavoro salariato non permette più di emanciparsi e migliorare necessariamente la propria condizione.
Dall’altra c’è il tema della felicità, del benessere,
 della ricerca di un benessere non individualizzato. La felicità è poter fare le cose insieme, ed è anche un’economia. È l’opportunità per chi non ha, chi non vive dell’economia della rendita, che oggi sembra essere l’unica a poter avere cittadinanza, di andare avanti. La felicità è la ricerca di un benessere collettivo.”

Filippo Tantillo sarà ospite, con la scrittrice Sarah Gainsforth e il direttore editoriale di Benandanti Massimiliano De Ritis, dell’incontro Paesi tuoi, che si svolgerà a Roma il il 27 ottobre alle 18.30 presso Tomo Libreria Caffè (via degli Etruschi 4-14). 

In copertina: Paratie per impianto idroelettrico sul lago di Bertignano (Biella) – ph. Filippo Tantillo

Filippo Tantillo

Ricercatore, film-maker e attivista, lavora per università e istituti di ricerca italiani ed europei alla messa a punto di nuovi strumenti di ascolto del territorio e dei fenomeni sociali. Fa parte dell’associazione Riabitare l’Italia e del Forum Disuguaglianze e Diversità. Scrive su riviste scientifiche e divulgative e ha pubblicato, tra l’altro, Scuola e innovazione culturale nelle aree interne (a cura di, con D. Luisi, Loescher 2019) e L’Italia lontana (a cura di, con S. Lucatelli e D. Luisi, Donzelli 2022) e con Laterza L’Italia vuota. Viaggio nelle aree interne (2023). Ha realizzato una decina di documentari, tra cui Tracce di nuovi sentieri (2007) e Le comunità possibili (2012).